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sabato 13 agosto 2011

WiFi libero: in pochi se ne sono accorti.....


A distanza di mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Milleproroghe di febbraio 2011, nel nostro paese ancora in pochi si sono accorti di una bella novità: finalmente anche in Italia il WiFi è libero!

L'iniziativa del Ministro Maroni è riuscita a mettere al passo anche l'Italia con le assai più civilizzate democrazie europee, cancellando quella parte del Decreto Pisanu che disponeva l'obbligatorietà della registrazione dei dati degli utenti per le connessioni WiFi offerte al pubblico.


I commi 4 e 5 dell'art. 7 del suddetto Decreto sono stati, infatti, abrogati: la conseguenza è che non serve più autenticarsi prima dell’accesso ad Internet fornendo un documento, come accadeva prima.

Al contempo, fino al 31 dicembre 2011, resta in vigore il comma 1 dell'art. 7, per chi ha l’accesso ad Internet come principale attività, ovvero gli Internet cafe/Internet point, i quali dovranno ancora dichiarare la loro attività in Questura sino al termine di vigenza della norma.

Insomma, a tutt'oggi, chiunque voglia offrire, in seno alla propria attività, connettività wifi ai propri clienti, potrà farlo senza problemi e senza la necessità di schedature di sorta. Basti pensare, giusto per fare un esempio, almeno in questo periodo balneare, agli stabilimenti delle spiagge, ai bar, agli alberghi.

Pur tuttavia, nonostante la modifica normativa conti già qualche mese, si registra il solito "ritardo" e la stessa cronica scarsità di reti wifi disponibili al pubblico.

A mancare l'opportunità offerta dalla liberalizzazione sono, in primo luogo, le c.d. "reti cittadine" offerte dai Comuni (solitamente per un'ora al giorno) che inutilmente ancora richiedono complesse e cervellotiche registrazioni non più necessarie, fatte di fotocopie, SMS inviati dai soli cellulari italiani oppure altre fantasie pseudolegali.

Ma non sono le uniche: gli stessi privati sembrano non essersi accorti della novità e così pub, pizzerie e bar, o non offrono proprio alcun tipo di connettività, oppure la subordinano ancora alla "concessione" di un nome utente ed una password.

Ciò ha un effetto assai negativo e particolarmente depressivo nella crescita della rete in Italia ed osta alla nascita di hotspot liberi che assicurino l’accesso ad internet in modo semplice e senza inutili impedimenti.

Forse si dovranno attendere, anche in questo caso, i classici e biblici tempi italici, soprattutto in un settore, come quello informatico, in cui il nostro paese conta un ritardo impressionante rispetto agli altri paesi europei.

Personalmente, e per mera curiosità, nei giorni scorsi ho fatto un esperimento di "wardriving" (ricerca di reti wifi libere andando a zonzo in bici o in auto) nella località balneare nella quale mi trovo a trascorrere un po' di ferie: la Versilia.

Ebbene, da Viareggio al Cinquale, le reti wifi libere disponibili contano l'astronomica cifra di 0 (ZERO). Le uniche disponibili risultano essere quelle degli alberghi, rigorosamente protette e destinate alla clientela.

Per il resto il vuoto è spinto.
Di converso, le reti 3G, unica connettività a cui il cittadino può ricorrere, risultano totalmente sature per almeno 12 ore al giorno, oberate incessantemente di connessioni ai social network, solitamente effettuate con uno smartphone sotto l'ombrellone.

In conclusione, ritengo che le principali TELCO debbano risolversi o ad effettuare un traffic-shaping drastico delle connessioni oppure ad ampliare la disponibilità di banda, oppure, infine, a promuovere connessioni ADSL a prezzi assai più economici degli attuali, incentivando così la connettività WiFi e sgravando le celle 3g da un carico ingestibile.

In caso contrario, l'abrogazione del decreto "Pisanu" produrrà assai ben pochi effetti, strozzata dalla scarsità di offerta di wifi libere, da una parte, e dalla congestione delle attuali infrastrutture cellulari, dall'altra.


(Scritto con BlogPress per iPad)

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